C’è una domanda che i negozi di tè ricevono spesso dai loro clienti: cosa c’è di speciale nel tè biologico? 

Sempre più clienti sono interessati ai tè biologici e naturali, chiedono informazioni sulla loro origine e su come vengono coltivati. Se sai spiegarlo in 10 secondi, trasformi un dubbio in una vendita, giustifichi meglio il prezzo e rafforzi il tuo posizionamento.

Il nostro consiglio è di iniziare con un messaggio breve, facile da ricordare, che si possa dire in un attimo:

"Questo tè è coltivato senza pesticidi chimici, con giardini di tè controllati ogni anno. Protegge il suolo e la biodiversità e, per questo motivo, è solitamente più aromatico e pulito nella tazza".

In meno di 10 secondi hai toccato argomenti quali la coltivazione, il controllo esterno e i benefici per il consumatore e il pianeta. Da quel momento in poi, non stai più difendendo un logo: stai iniziando una conversazione.

Sommario

Racconta senza tecnicismi il percorso del tè biologico dal giardino alla tazza.

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Esclusivamente per i professionisti del tè

Quando qualcuno ti chiede “spiegami cos’è il biologico”, non si aspetta che tu gli tenga una lezione magistrale. Si aspetta una risposta che possa capire e credere. 

Puoi dirlo così: il biologico è un modo di lavorare la terra che dà priorità ai terreni vivi e gestisce i parassiti con il biocontrollo e gli estratti vegetali. 

Il risultato sono piantagioni di tè con una migliore struttura del suolo, meno erosione e foglie che arrivano alla fabbrica con un potenziale più nitido. E questo si nota nella tazza: meno “rumore” vegetale, aromi riconoscibili e finali più puliti.

L’altro elemento che rassicura il cliente è l’audit. Non dipende dalla fiducia nel negozio. Ogni campagna viene sottoposta a un controllo esterno e c’è una tracciabilità che accompagna il lotto.

Quando vedi il marchio BIO, c'è un processo dietro: coltivazione senza prodotti chimici, controlli annuali, registrazioni per lotto e verifiche nella produzione e nella logistica per garantire ciò che promettiamo in ogni sacco.

Obiezioni frequenti, risposte naturali

obiezioni sul tè biologico

Sempre più persone scelgono di consumare alimenti biologici, tra cui il tè. 

Ma c’è ancora una piccola minoranza che, per ignoranza, continua ad avere dubbi sul biologico. Questi dubbi si trasformano in obiezioni che, con un po’ di pedagogia, finiscono per risolversi da sole a favore dei benefici del prodotto

Di seguito riportiamo alcuni dei dubbi e delle obiezioni più frequenti e le risposte che potete dare ai vostri clienti

  • È più costoso per essere ‘solo un tè‘.”

Risposta: Il sovrapprezzo non va alla confezione, ma rimane nel campo e nel controllo: più lavoro manuale, più registri, più audit. Alla fine si paga per una coltivazione con meno input sintetici e più controlli esterni. E anche così, per tazza, il costo rimane molto ragionevole.

 

  • Il tè è già salutare, che senso ha che sia biologico?

Risposta: È vero, il tè è già una buona scelta. Il biologico aggiunge un altro livello: viene coltivato senza pesticidi sintetici e sottoposto a controlli esterni molto severi. Non è moralismo, è un modo diverso di produrre e garantire ciò che arriva nella tua tazza.

 

  • Se è biologico, allora non ha residui, giusto?

Risposta: L’obiettivo del biologico è evitare i pesticidi sintetici e ridurre i rischi, ma parlare di “zero assoluto” non sarebbe onesto: può sempre esserci un po’ di inquinamento ambientale. L’importante è che i limiti siano molto severi e controllati con analisi e audit esterni. 

 

  • “Ha davvero un sapore migliore rispetto al non biologico?

Risposta: Non è detto che il biologico abbia automaticamente un sapore migliore; dipende molto dall’origine e dal tipo di tè. Quello che vediamo è che, in molte origini, i progetti biologici prestano maggiore attenzione al terreno e al raccolto, e questo si nota in tazze più pulite ed equilibrate. Se vuoi, ti preparo un biologico e uno convenzionale dello stesso tipo e decidi tu con la tazza davanti.

 

  • «Se c’è scritto naturale, allora è uguale al biologico»

Risposta: “Naturale” non è regolamentato allo stesso modo di “biologico”. Chiunque può scrivere “naturale” su una confezione; invece, per poter scrivere “BIO” è necessario rispettare una normativa europea, superare delle verifiche e mostrare il codice dell’organismo di controllo. Per questo motivo, per noi, il marchio e il codice ECO hanno molto più peso della parola “naturale”.


  • «Questo BIO è solo marketing, un’altra etichetta»

Risposta: Se fosse solo marketing, basterebbe il logo. Ma dietro al marchio BIO ci sono audit annuali, tracciabilità per lotto e normative rigorose nei campi e in fabbrica. Ci chiedono certificati, allegati e analisi; se vuoi, te li mostro.


  • “Non mi fido molto dei marchi, sicuramente è solo un modo per far pagare di più”

Risposta: La fiducia non deriva solo dal logo, ma dai documenti che ci sono dietro: certificati in corso di validità, allegati in cui figura ogni riferimento, origine agricola, analisi… Noi lavoriamo solo con fornitori che si sottopongono a questi controlli e, se ti interessa, posso insegnarti a leggere un’etichetta BIO in modo che tu non debba dipendere solo dalla parola di qualcuno, nemmeno dalla nostra.

Far sentire il tè, non spiegarlo

agricoltori giardino tè biologico

Alla fine, l’argomento migliore per vendere tè biologico non è il discorso, ma l’esperienza. 

Nessuna scheda tecnica può sostituire il momento in cui un cliente annusa un tè appena aperto o scopre che nella tazza ha una consistenza più vivace e un aroma più pulito. Il modo più naturale per trasmettere il valore del BIO è lasciare che parli da sé. 

Organizza piccole degustazioni, prepara il tè davanti al cliente o invitalo a confrontare la stessa varietà nella versione convenzionale e biologica, trasformando la spiegazione in un’esperienza. 

Quando la qualità viene percepita con i sensi, le parole diventano superflue e la vendita diventa quasi una conseguenza logica.