Australia e Nuova Zelanda possiedono una biodiversità ineguagliabile che è stata sfruttata per millenni dalle culture indigene per il trattamento di diverse patologie.

Con il passare del tempo, la medicina tradizionale di queste regioni si è arricchita con influenze europee e asiatiche, dando vita a un repertorio erboristico vario e profondamente legato alla storia e alla geografia dell’Oceania.

In questo post ti raccontiamo le principali tradizioni erboristiche di Australia e Nuova Zelanda, partendo dalle loro radici aborigene, l’incorporazione della medicina cinese, il contributo dell’erboristeria europea, fino ad arrivare alla loro situazione attuale.

Sommario

Medicina erboristica aborigena

Per oltre 60.000 anni, i popoli aborigeni australiani hanno impiegato piante locali come parte integrante della loro assistenza sanitaria.

Queste pratiche sono profondamente connesse alla loro spiritualità, con un approccio olistico in cui la malattia non è intesa isolata dall’ambiente e dall’equilibrio vitale.

Acacia australiana (Acacia spp.)

Conosciuta comunemente come “wattle”, l’acacia è una delle piante più utilizzate nella medicina tradizionale aborigena.

Alcune specie sono state impiegate sotto forma di infuso o cataplasma per trattare affezioni cutanee e dolori corporei. Il suo uso è ancora attuale oggi nelle pratiche erboristiche e negli studi che ne investigano le proprietà antimicrobiche.

Eucalipto (Eucalyptus spp.)

eucalipto aborigeno australiano

Pianta emblematica dell’Australia, le sue foglie erano tradizionalmente utilizzate in decotti o come suffumigi per alleviare i sintomi di congestione.

L’olio essenziale di eucalipto è ampiamente riconosciuto per il suo uso attuale come ingrediente di prodotti per la cura respiratoria e muscolare, sebbene debba essere applicato con cautela e sotto supervisione.

Menta di montagna (Prostanthera spp.)

In alcune regioni, questa pianta viene tradizionalmente bollita per preparare infusi ai quali si attribuisce un uso digestivo o che vengono impiegati in caso di disturbi di stomaco. Il suo aroma rinfrescante è anche apprezzato nelle applicazioni topiche tradizionali.

Influenza della medicina cinese

Con l’arrivo di immigrati cinesi nel XIX secolo, specialmente durante la corsa all’oro, la medicina tradizionale cinese si è incorporata nel panorama erboristico australiano. Presto furono stabilite erboristerie e orti con erbe provenienti dall’Asia, alcune delle quali si integrarono nella medicina popolare locale.

Gotu kola (Centella asiatica)

Sebbene originaria del sud-est asiatico, la gotu kola è coltivata in Oceania ed è nota per il suo uso tradizionale nella medicina ayurvedica e cinese.

Nella cultura popolare, le viene attribuito un uso associato al supporto della funzione cognitiva, alla cura della pelle e all’uso esterno nei processi di cicatrizzazione. Attualmente, diversi studi investigano le sue possibili proprietà antiossidanti e legate alla circolazione.

Ginseng asiatico (Panax ginseng)

Introdotto dalla Cina, il ginseng è una radice apprezzata per i suoi presunti effetti tonificanti.

Nelle erboristerie australiane è stato impiegato per formulare tonici che cercano di favorire la vitalità, sebbene il suo uso debba essere moderato e consigliato da professionisti.

ginseng asiatico

Influenza europea

La colonizzazione britannica portò con sé le pratiche erboristiche del Vecchio Mondo. Queste si integrarono con le piante locali, generando nuovi usi e preparazioni che combinavano conoscenze tradizionali europee con materie prime oceaniche.

Verbena (Verbena officinalis)

Erbacea europea che ha trovato terreno fertile in Oceania, la verbena è stata utilizzata in infusi per la sua associazione con il riposo e l’equilibrio emotivo. Nelle erboristerie neozelandesi è comune trovarla come ingrediente di miscele rilassanti.

Papavero da oppio (Papaver somniferum)

Sebbene la sua coltivazione sia altamente regolamentata, l’Australia è uno dei pochi paesi che produce legalmente papavero per scopi farmaceutici.

Alcune varietà sono state storicamente impiegate come fonte di composti analgesici, sotto stretta supervisione medica. In ambito tradizionale, alcune culture la usavano in infusi per indurre il sonno, sebbene questo sia completamente sconsigliato senza controllo professionale.

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Influenza del Pacifico

I collegamenti con altre culture del Pacifico hanno lasciato il segno anche nell’erboristeria dell’Oceania. Tra queste, spicca l’uso di piante originarie della Melanesia e della Polinesia.

Kava (Piper methysticum)

Originaria di Vanuatu e di altre isole del Pacifico, la radice di kava è stata utilizzata per generazioni in contesti cerimoniali per i suoi presunti effetti rilassanti.

In Australia e Nuova Zelanda, questa pianta ha guadagnato popolarità come bevanda naturale tradizionalmente associata a momenti di relax. Tuttavia, il suo consumo deve essere moderato, poiché esistono rapporti che menzionano possibili effetti avversi epatici in casi di ingestione eccessiva o prolungata.

Medicina erboristica maori in Nuova Zelanda

Il conoscimento tradizionale dei maori sulle piante medicinali è stato tramandato oralmente ed è oggi oggetto di recupero e valorizzazione. Queste pratiche sono profondamente intrecciate con la terra e i cicli della natura.

Manuka (Leptospermum scoparium)

miele manuka

Da questa pianta proviene il noto miele di manuka. Le foglie e la corteccia erano utilizzate in decotti o cataplasmi, comunemente applicati per favorire la guarigione di ferite o infezioni cutanee. Il suo miele è stato oggetto di studi che indicano attività antibatterica in alcuni contesti clinici.

Kawakawa (Piper excelsum)

Il kawakawa è considerato una pianta sacra da molti maori.

Le foglie sono state tradizionalmente utilizzate in infusi digestivi, e vengono anche applicate sulla pelle per lenire i disturbi.

Sebbene non esistano affermazioni conclusive sui suoi effetti, studi preliminari indicano la presenza di composti antinfiammatori.

Approccio attuale e regolamentazione

In Oceania, la medicina erboristica ha trovato uno spazio complementare alla medicina convenzionale.

In paesi come l’Australia, esistono severe regolamentazioni sulla commercializzazione e l’uso di prodotti a base di piante. Si promuove l’integrazione dell’erboristeria con prove scientifiche e si incoraggia l’educazione sia del pubblico che dei professionisti.

Conclusione

L’erboristeria dell’Oceania riflette qualcosa di più dell’uso di piante a scopo terapeutico: racchiude un modo particolare di comprendere la salute, la natura e il legame tra corpo, cultura e il continente.

Nel corso del tempo, le pratiche dei popoli nativi hanno dialogato con le tradizioni europee e asiatiche giunte nella regione. Da questo scambio è emerso un sapere complesso e in costante evoluzione, che oggi fa parte sia dei rimedi casalinghi che dei laboratori e delle ricerche scientifiche.

Molte delle piante menzionate, come l’eucalipto, l’acacia o il kawakawa, sono ancora presenti non solo per le loro applicazioni pratiche, ma anche perché conservano un valore simbolico per le comunità che le hanno utilizzate per secoli. Questo lascito, tuttavia, non è esente da sfide: il rischio di appropriazione culturale, lo sfruttamento commerciale senza consenso e la perdita del sapere tradizionale sono aspetti che richiedono attenzione e rispetto.

Questo articolo ha scopo informativo e non sostituisce il parere medico professionale. In caso di qualsiasi condizione di salute o uso di piante medicinali, si raccomanda di consultare un medico o uno specialista qualificato. L'autore non si assume alcuna responsabilità per l'uso improprio delle informazioni qui esposte.